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Concorso chiesa S. Antonio Abate

Lo studio partecipa al Concorso per il riuso della chiesa di S.Antonio in Fossano (CN) nell’estate del 2014.
Questo antico luogo sacro sembra essere stato dimenticato dalla città, e le strade, trafficate da roboanti veicoli in affanno per la forte pendenza delle vie, lo lambiscono, noncuranti della sua rilevanza storica e architettonica.
L’uso polivalente richiesto dal bando impone la previsione di opportuni spazi antistanti alla sala assembleare e non è pensabile mantenere l’attuale accesso diretto dall’esterno, se non attraverso la definizione di un adeguato spazio di mediazione.
Su questa considerazione di fondo, ma nella convinzione che il ruolo simbolico e storico di questo edificio debbano prevalere, il progetto mantiene l’ingresso principale esistente, raccordandolo al sistema dei percorsi pedonali urbani, e prevede un atrio destinato ad ospitare le funzioni di accoglienza proprie delle diverse destinazioni possibili.
Il secondo aspetto che ha guidato la definizione della proposta progettuale è riconducibile al forte sviluppo longitudinale e verticale che caratterizza la chiesa.
L’intervento di ampliamento ottocentesco ha completamente alterato l’equilibrato e più raffinato impianto barocco a pianta centrale allungata (opera di B.Vittone).  
Il terzo aspetto alla base della proposta progettuale è connesso alla ricorrente difficoltà di assicurare un adeguato controllo dei tempi di riverberazione acustica in grandi locali come quello in esame.
L’immobile non appare poi in condizioni di conservazione ottimali, tuttavia le opere prioritarie al fine di consentirne il riuso, appaiono relativamente limitate e la proposta progettuale consente il progressivo restauro dell’immobile senza rinunciare all’immediato riutilizzo, mirando all’effettiva reversibilità dell’intervento, attraverso un approccio progettuale più vicino all’allestimento temporaneo che all’edilizia.
La necessità di combinare aspetti tra loro molto diversi, ma anche di segnare in modo vigoroso il ritorno dell’edificio nel panorama culturale locale, ha suggerito di introdurre un segno forte, ripetuto e contrastante con le direttrici principali del grande spazio sacro (verticale e longitudinale).
Una teoria di quattro elementi metallici, di sezione tubolare rettangolare, disposti trasversalmente sopra l’estradosso del cornicione interno (alto quasi nove metri), sono destinati a funzioni tecnologiche multiple e in particolare:
  • fungono da tiranti strutturali per il contenimento delle spinte orizzontali della volta principale e il concatenamento delle strutture murarie, in accordo con la vigente normativa strutturale antisismica.
  • costituiscono un utile supporto per l’impianto di illuminazione ad elementi puntuali e per il passaggio dei diversi condotti tecnici;
  • il primo elemento presso l’ingresso sostiene il diaframma di separazione tra sala e atrio;
  • i due elementi centrali contengono al proprio interno rulli avvolgibili attrezzati con teli in velluto pesante aventi funzione di abbattitori acustici di lunghezza variabile (fino a m 3,50);
  • il quarto elemento, in corrispondenza del presbiterio, contiene il rullo avvolgibile del telo da proiezione (m 6x6) e del telo per il sipario per uso teatrale.
  • dividono lo spazio longitudinale dell’aula liturgica in tre porzioni.
 
  1. L’atrio di ingresso.
E’ lo spazio di mediazione tra il frastuono esterno e la rarefatta atmosfera di un concerto o di una mostra d’arte, è lo spazio dove entrare in sintonia con l’evento in corso, dove informarsi, registrarsi, radunarsi, aspettarsi; è il nartece delle chiese antiche.
Il diaframma che separa l’atrio di ingresso dalla sala è costituito da una vetrata strutturale che mantiene l’altezza di imposta della chiesa del Vittone (m 5,50) e risulta costituita da montanti rettangolari in acciaio, smaltati in color sabbia chiaro, che sostengono grandi lastre con fissaggi puntuali a ragnetti in acciaio inox.
Nella metà inferiore i vetri sono dotati di un rivestimento LCD, che consente di togliere trasparenza alla vetrata nel caso in cui sia prioritario impedire la vista di quanto avviene nella sala (ad esempio per mostre o concerti) o limitare il disturbo della grande porta aperta direttamente sulla strada.
La vetrata è anche pensata come uno schermo interattivo, in grado di comunicare all’esterno (a porta di ingresso spalancata) le iniziative e le attività svolte o di interagire con i visitatori mediante uno schermo touch-screen di grandi dimensioni (cm 110x200) integrato nel vetro per offrire informazioni o programmi.
Nello stesso atrio è prevista l’individuazione di un’area di accoglienza per funzioni di registrazione a convegni o di biglietteria e un’area guardaroba, individuate presso le due cappelle laterali.
 
  1. La sala
La sala mantiene invariata l’impostazione originaria dell’aula liturgica, garantendo una capienza di 150 posti (circa 200 nell’uso liturgico).
Le sedie saranno di colore chiaro (sabbia o lino), rimuovibili, del tipo impilabile, preferibilmente non troppo ingombranti per consentirne lo stoccaggio temporaneo nel magazzino individuato nell’attuale ufficio Unitalsi.
Le tavole di progetto propongono le diverse configurazioni possibili a seconda della destinazione (liturgica, teatrale, convegnistica, concertistica, espositiva, ecc.)
Presso l’attuale disimpegno laterale di ingresso è stato individuato il blocco dei servizi igienici, dei quali uno accessibile a persone su sedia a ruote.
 
  1. Il Palco/presbiterio
La zona del presbiterio è destinata a conservare il ruolo di spazio scenico sia per l’uso liturgico, sia per le attività di carattere teatrale, convegnistico e concertistico.
Per assicurare una maggiore flessibilità d’uso l’area del coro sarà occupata da pedane modulari sollevabili manualmente o motorizzate, di dimensioni standards di cm 100x200, oltre a pezzi modulari di altre dimensioni e forme per meglio adattarsi alla sagoma a emiciclo dell’abside.
Le pedane, di corrente produzione industriale per uso teatrale, si caratterizzano per l’altezza minima di cm 18 e la possibilità di essere sollevate fino a cm 80 nel caso di uso per palco teatrale o per formare gradonate per ospitare cori e gruppi musicali.
Per l’uso liturgico si prevede di attrezzare l’area utilizzando in parte elementi di arredo sacro multifunzione disegnati appositamente, la cui forma ricorrente è quella prismatica ellittica, chiara evocazione barocca, ma anche priva di spigoli che possono subire o causare traumi nei frequenti spostamenti.
I mobili si caratterizzano per la struttura in legno tamburato che assicura maggiore leggerezza, per il rivestimento a impiallaccio e la verniciatura a smalto di colore sabbia chiaro, facilmente ritoccabile.


 
                        
 
        


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